Ebbene sì, anche i minorenni potranno registrare un proprio indirizzo SPID e farne uso per un numero inizialmente limitato di funzionalità. L’AGID ha infatti adottato nel mese di marzo le linee guida relative: la Determinazione 51/2022 rende possibile questo passaggio, contemplando la fascia 5-17 anni tra coloro i quali, sotto la supervisione dei genitori, possono godere di una identità SPID di cui fare uso per i rapporti con la Pubblica Amministrazione.
L’idea è molto interessante poiché poter avere uno SPID in giovane età offre un importante segno di appartenenza e formatta la mentalità del cittadino consapevole e responsabile: se per lungo tempo è stato il Bonus Cultura a trainare la registrazione degli SPID, ora l’identità potrà essere registrata e conseguita molto tempo prima.
A cosa serve
Nell’annunciare le proprie Linee Guida, l’AGID è stata chiara sul fatto che, almeno fino al termine del periodo sperimentale, fissano nel 30 giugno 2023, i minori tra 5 e 13 anni potranno utilizzare lo SPID soltanto sui servizi online erogati dagli istituti scolastici. Almeno in questa prima fase, insomma, l’accesso sarà cautelativamente limitato alle fasce più giovani, laddove la cultura della sicurezza informatica non è ancora sufficientemente matura ed occorre una “safe zone” in grado di tutelare i dati e fungere da palestra di apprendimento. Il servizio che più di ogni altro potrà interessare questa fascia di età sarà dunque l’accesso al Registro Elettronico, dove l’attività dello studente è archiviata e dove possibile avere piena consapevolezza del tracciamento delle attività scolastiche durante il proprio intero percorso.
Successivamente l’utilità viene estesa anche ad altre funzioni, iniziando a trasformare lo SPID in quel canale di dialogo tra cittadino e PA che, con l’approdo ai 18 anni, diventa qualcosa di irrinunciabile.
Lo SPID per i ragazzi tra 14 e 17 anni, infatti, si apre già a servizi quali quelli dell’INPS (dove non ci sono certo soltanto informazioni relative alla pensione), al Fascicolo Sanitario Elettronico (per poter accedere ai dati relativi alla propria salute, esami del sangue e altro ancora) o a servizi come il saldo punti patente sul Portale dell’Automobilista (valido a questa età per i ciclomotori). Una volta ufficialmente adottato, lo SPID per minorenni potrà essere anche regolarmente utilizzato per l’iscrizione ad ogni nuovo ciclo scolastico: ciò che oggi viene fatto con lo SPID dei genitori potrà essere portato avanti direttamente dal minore ed avallato quindi, sempre tramite SPID, da chi ne esercita potestà genitoriale.
Un primo assaggio, insomma, in vista di quello che ai 18 anni diventa il canale standard di dialogo in digitale tra il cittadino e lo Stato.
Chi può richiederlo
La richiesta dello SPID per i minorenni potrà essere portata avanti dai rispettivi genitori (o chi ne esercita responsabilità genitoriale) i quali, utilizzando il proprio stesso SPID, potranno richiedere e gestire anche l’identità dei figli. La richiesta va portata avanti presso uno degli Identity Provider (IdP) autorizzati, tra i quali Aruba.
In questa prima fase l’identità del minore è strettamente ricollegata a quella dei maggiorenni responsabili. L’identificazione avviene dunque in modo congiunto ed il minore non è costretto a fornire un numero poiché potrà far fede quello del genitore. Un apposito codice di verifica consentirà di stabilire in modo inoppugnabile il legame tra minorenne e maggiorenne, sancendo il definitivo connubio tra i due SPID ed il consenso da parte del minore alla richiesta di autorizzazione al genitore. “L’IdP associa ai dati del genitore il codice di verifica per il quale è stato fornito il consenso al rilascio dell’identità e i dati identificativi del minore forniti dal genitore”, spiega il Team Digitale AGID: “L’IdP consegna al genitore il codice di verifica affinché lo stesso sia messo a disposizione del minore che lo utilizza per effettuare il processo di rilascio dell’identità digitale, previa verifica dell’identità personale e acquisizione del consenso al trattamento dei dati personali anche da parte del minore che ha compiuto almeno quattordici anni”.
E continua: “Ogni qualvolta il minore avrà accesso ad un servizio, il genitore riceverà una notifica e potrà verificare che sia tutto regolare: ai genitori la responsabilità di verificare che i figli facciano buon uso delle proprie credenziali. Una volta raggiunti i 18 anni e maturata quindi l’età adulta, i figli potranno decidere il da farsi: potranno revocare in toto l’identità digitale per aprirne una nuova, oppure potranno rinnovarla sapendo che i genitori si vedranno in ogni caso estromessi dal controllo dell’identità stessa”.
Nessun legame potrà sussistere oltre i 18 anni: il cittadino è maturo e libero ed i limiti della minore età, almeno agli occhi dello Stato, sono superati.
Come fare?
In attesa di poter vedere applicate le linee guida e di poter finalmente creare uno SPID anche per i minorenni, tocca ai maggiorenni aprire la propria identità digitale e prepararsi ad estendere tale richiesta anche ai figli. Lo SPID del genitore è infatti un requisito essenziale per potersi accreditare e gestire lo SPID del minore.
In questo passaggio c’è molto di più di una semplice apertura di una identità digitale: si tratta di un vero e proprio rito iniziatico, con il quale il genitore introduce il minore ad un rapporto diretto con il mondo esterno e con i servizi dello Stato. Lo SPID per i minori è responsabilità è consapevolezza, cullando fin dalla giovane età l’idea per cui c’è uno Stato e ne facciamo parte, potendo accedere ad innumerevoli servizi grazie al digitale.
Non è solo un account: lo SPID è molto di più e donarlo alle nuove generazioni è un importante esempio di cittadinanza attiva, piena e consapevole.